Nel
suo curriculum, tra le lingue conosciute (italiano e francese), figura il
"sardo parlato attivamente”. Giovanna Corda ha pochi ricordi di Carbonia
lasciata quando aveva quattro anni ma conserva intatta la parlata
sulcitana. Forse in omaggio al padre, morto di silicosi dopo quindici anni
di miniera nel Borinage, in Belgio, dove si era trasferito a causa della
chiusura delle miniere dell’Iglesiente. «Non l’ho conosciuto un giorno in
salute». Si commuove, Giovanna, a ricordare le sofferenze di un padre che
ha lavorato una vita e non ha avuto neppure la fortuna di veder realizzati
i propri figli. «Ha lavorato fino alla fine dei suoi giorni». Sei figli da
crescere e far studiare, non è stata una passeggiata in tempi difficili
come gli anni Sessanta e Settanta. Tutti sono riusciti a emergere:
«Impiegati al Parlamento europeo, uno è appena andato in pensione e ha
fatto una scelta che avrebbe riempito di gioia nostro padre se ancora
fosse qui». Ha scelto di vivere in Sardegna, a Illorai. «Questa è anche la
mia seconda patria», spiega Giovanna, che trascorre vacanze e periodi
liberi da impegni di lavoro «in paese».
Docente liceale innamorata della politica, è stata prima dei non eletti
nell’ultima consultazione europea. Fa il vicesindaco della cittadina belga
dove risiede, Hornu, ventimila abitanti. «Mi sono sempre occupata di
giovani, Europa, cooperazione internazionale, prevenzione e sicurezza».
Forte della trentennale esperienza nel mondo degli emigrati, maturata fin
da quando aveva 18 anni («ero responsabile del gruppo giovani della
federazione dei circoli del Belgio), dall’ottobre scorso fa parte della
Commissione esperti della Consulta regionale dell’emigrazione, l’organismo
della Regione che affronta e risolve temi relativi all’emigrazione sarda
organizzata nel mondo.
Per il prossimo triennio, come componente della Consulta, coordinerà i
rapporti tra Regione e comunità sarda in Italia e all’estero: «E’ ancora
presto dire di preciso di cosa mi occuperò, ma come donna cercherò di
valorizzare la figura femminile nel mondo dell’emigrazione e quella dei
giovani che sono la speranza del futuro delle nostre associazioni».
Punta molto su seconda, terza e quarta generazione (figli e nipoti degli
emigrati) e tra i suoi progetti spicca l’impegno per «favorire il rispetto
dell’identità di tutte le culture, in senso mutuale e senza altri
interessi che quello della cooperazione e valorizzazione della nostra
cultura». Nella prossima riunione della Consulta, il 31 marzo prossimo,
Giovanna è pronta a far sentire la sua voce a nome di tutte le
associazioni che rappresentano la Sardegna nel mondo.
a.p.
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