Hornu, 3 marzo 2006 ore 17:00

Ritratti. Giovanna Corda: in Municipio anche la limba

Giovanna CordaNel suo curriculum, tra le lingue conosciute (italiano e francese), figura il "sardo parlato attivamente”. Giovanna Corda ha pochi ricordi di Carbonia lasciata quando aveva quattro anni ma conserva intatta la parlata sulcitana. Forse in omaggio al padre, morto di silicosi dopo quindici anni di miniera nel Borinage, in Belgio, dove si era trasferito a causa della chiusura delle miniere dell’Iglesiente. «Non l’ho conosciuto un giorno in salute». Si commuove, Giovanna, a ricordare le sofferenze di un padre che ha lavorato una vita e non ha avuto neppure la fortuna di veder realizzati i propri figli. «Ha lavorato fino alla fine dei suoi giorni». Sei figli da crescere e far studiare, non è stata una passeggiata in tempi difficili come gli anni Sessanta e Settanta. Tutti sono riusciti a emergere: «Impiegati al Parlamento europeo, uno è appena andato in pensione e ha fatto una scelta che avrebbe riempito di gioia nostro padre se ancora fosse qui». Ha scelto di vivere in Sardegna, a Illorai. «Questa è anche la mia seconda patria», spiega Giovanna, che trascorre vacanze e periodi liberi da impegni di lavoro «in paese».
Docente liceale innamorata della politica, è stata prima dei non eletti nell’ultima consultazione europea. Fa il vicesindaco della cittadina belga dove risiede, Hornu, ventimila abitanti. «Mi sono sempre occupata di giovani, Europa, cooperazione internazionale, prevenzione e sicurezza». Forte della trentennale esperienza nel mondo degli emigrati, maturata fin da quando aveva 18 anni («ero responsabile del gruppo giovani della federazione dei circoli del Belgio), dall’ottobre scorso fa parte della Commissione esperti della Consulta regionale dell’emigrazione, l’organismo della Regione che affronta e risolve temi relativi all’emigrazione sarda organizzata nel mondo.
Per il prossimo triennio, come componente della Consulta, coordinerà i rapporti tra Regione e comunità sarda in Italia e all’estero: «E’ ancora presto dire di preciso di cosa mi occuperò, ma come donna cercherò di valorizzare la figura femminile nel mondo dell’emigrazione e quella dei giovani che sono la speranza del futuro delle nostre associazioni».
Punta molto su seconda, terza e quarta generazione (figli e nipoti degli emigrati) e tra i suoi progetti spicca l’impegno per «favorire il rispetto dell’identità di tutte le culture, in senso mutuale e senza altri interessi che quello della cooperazione e valorizzazione della nostra cultura». Nella prossima riunione della Consulta, il 31 marzo prossimo, Giovanna è pronta a far sentire la sua voce a nome di tutte le associazioni che rappresentano la Sardegna nel mondo.

a.p.