Illorai era abitato in
epoca nuragica (‘) come tutti i paesi del Goceano, eccetto Burgos, secondo
quanto sostiene Teresa Piccioli e più nel «Luoghi
Storici d’Italia».
Fin da epoche
remotissime degli insediamenti umani si trovavano a valle e nelle pianure e in
tempi diversi e per mille vicissitudini (guerre, malaria, persecuzioni
fiscali, ecc.) dovettero convergere ad ingrossare o a favorirne la sopravvivenza
negli attuali paesi addossati alla Catena del Goceano.
Il territorio d’Illorai
conta parecchi centri abitati scomparsi in epoche più o meno remote, tra i
quali i più importanti sono: Molia, di epoca prenuragica, come può comprovare
la vastissima necropoli, recentemente scoperta; Sas Arulas; Sa Mandra ‘e Santu
Ainzu; Sa Mandra ‘e Sa Preda dove, si dice, esisteva un Santuario ipogeico con
14 gradini nella scala e in tempi non molto lontani un agglomerato urbano di 18
mila anime (la cifra sembra esagerata per quei tempi); Santu Zipirianu dove gli
anziani notarono i ruderi della Chiesa; Bortiocoro, ai confini di Esporlatu,
scomparso negli ultimi anni del 1700.
Le ricerche sul campo, e
nemmeno molto accurate, riscontrerebbero facilmente elementi archeologici
comprovanti la presenza umana nelle zone citate in epoche diverse.
Dal punto di vista
linguistico, secondo gli accoppiamenti dei monosillabi accadico-sumerici, da cui
la lingua nuragica e prenuragica deriva, secondo la teoria di Raffaele Sardella,
librai significherebbe arco alto (alto =
divino,
sembra). Sardella (2)
spiega
altri nomi
Sardella indica come nuragici, derivanti dal
numerico, altri nomi di paesi del Goceano, come Bottida =
BU
—
intercessione
+ Zid (fedele) intercessione fedele, intercessione Santa, Giusta (1), Bono BUUM Vescica per suonare
Vescica di pelle. Bunu. L’aspetto, la faccia. Bunu Figlio.
Una delle date più antiche su Illorai (illorthai)
viene documentata da Pietro Sella nel suo libro sulle decime, Edizione Vaticana,
dove si legge che il nostro paese versava alla Curatoria di Bortiocoro,
quand’era Conte del Goceano Mariano IV, nel 1341, cinque lire alfonsine
(monete d’argento coniate da Alfonso i di Napoli). Ai tempi era una somma
cospicua che poneva Illorai ai primi posti tra i contribuenti borghi del
Goceano. Rimase al primo posto per tanto tempo anche come popolazione e anche il
censimento del 1607 dava illorai con 410 «fuochi» (nuclei familiari) superiore
anche a Bono di 4 «fuochi».
Facendo passi indietro nel tempo, riprendiamo da
quando il Giudicato di Torres assunse la struttura amministrativa di
Principato,cioè la carica di Giudice diventò ereditaria, sembra, con Andrea
Tanca Giudice.
(1)
Piccioli, Luoghi Storici d’Italia, pagina 749, Ed Arnaldo Mondadori,
1972.
(2)
Raffaele Sardella, Il sistema linguistico della Civiltà nuragica,
(dizionario etimologico della lingua nuragica), Tipografia F.lli Ghiani - Isili
-
1981.
(1)
Frequentemente
siamo portati a cercare le spiegazioni della toponomastica in nomi che tacciamo
rimontare alla preistoria: nomi di origine nuragica e prenuragica! Scienziati
e dotti, o chi passa per tale, sono pronti a trovare la
spiegazione di certi nomi così di primo acchito e trovo le spiegazioni le più
azzardate.
Nel caso del nome di Bottidda è inutile
arrampicarsi sugli specchi! Oggi questo nome per mèrito dell’Anas viene
modernizzato in Bòttida (una d), mentre i timbripostali e coi~unali usano due
d.
Fino al 1800 si scriveva Boùdda (una t e
pronunzia sdrucciola) mentre nel Medio Evo si diceva GOCILLE e come tale si
trova in carte geografiche antichissime e anche nell’elenco dei paesi presenti
al trattato di Pace tra Eleonora e don Giovanni d’Aragona. Nei secoli
seguenti fu soggetto a trasformazioni come tutti i nomi dei nostri paesi:Gocìlle
Gotìlle —
Botìlle
Botìdda
Bòttidda
(Domenichino
Ena - Adiu Bono, l3otBdda e I3olia -
pag.
22-23 - voce del Logudoro -Ozieri
1979).
Per ragioni di difesa la
sede giudicale venne trasferita da Porto Torres ad Ardara dove dominarono per
circa un secolo di splendore figure di spicco come Mariano, la Principessa
Giorgia, famosa per le sue doti di Amazzone in guerra e in particolare per aver
personalmente mosso guerra al Giudice Boldo di Gallura e per averlo catturato
e portato prigioniero alla Sua reggia. Risalgono a questo secolo d’oro le
costruzioni di numerosissime chiese tra le quali Santa Maria ‘e Rennu ad
Ardara, la Chiesa della Santa Trinità di Saccargia, ecc. 11 Castello di Ardara
dello stesso periodo era uno dei più importanti dell’isola.
Tra i Giudici più
famosi si deve annoverare Costantino di Lacon Sogostos, figlio di Mariano e
padre di Gonario, detto il Santo.
Gonario Il di Torres
ereditò il Giudicato e potenti nemici tra i quali i più pericolosi erano
quelli della famiglia majorale degli Athen di Pozzomaggiore. Gonario prima del
1127 progettò di costruire un'altra dimora giudicale particolarmente
fortificata poichè evidentemente non si sentiva più sicuro nella splendida
dimora di Ardara. Puntò le sue attenzioni sulla vetta del Monte Sa Pattada che
sovrasta Illorai, distante dal paese in linea d’aria, circa 500 metri, per la
costruzione della sua nuova fortezza. Aveva già avviato i lavori sulla cima di
roccia viva per una costruzione rettangolare di dimensioni 70/40 metri circa.
Tuttora vi si possono osservare le solide fondazioni con muti spessi oltre un
metro abbondante e in alcuni punti già elevati per un paio di metri. Ci dev’essere
stato un improvviso ripensamento, si dice, perché la cima di Sa Pattada era
visibile dal mare di Cabras, e si scelse definitivamente il colle attiguo ad
Esporlatu per l’erezione della nota Rocca del Goceano, difesa naturalmente più
o meno da tutte le parti.
Sulla data di costruzione della Rocca del
Goceano ci sono molte discordanze: per Murineddu è quella del 1127-29 (¼;
per
Piccioli quella del 1150 (2); per Lugani quella del 1134 (3))
Su Gonario di Torres
sorgono altri contrasti riguardanti i primi anni di vita. Tutti concordano
sull’anno di nascita 1110. Alcuni lo vedono tredicenne donatore di 4 Chiese
fra qui quella di San Pietro in Nurchi e prima ancora gli attribuiscono altre
donazioni religiose secondo alcuni documenti citati di sfuggita dal Manno. Altri
lo vedono esule a Pisa per salvarsi dai suoi nemici per le precauzioni prese
dal suo tutore Itocor Gambella e solo all’età di 17 anni ritornò, sposo
felice di Maria Ebriaci appartenente alla famiglia Pisana ospitante, sempre
diciasettenne costruì la Rocca del Goceano e vi attirò i suoi nemici Athen e
li fece massacrare nei dintorni. Conquistò o riconquistò il Giudicato con la
violenza.
Fatto sta che Gonario
di Torres guardò con estremo interesse le nostre contrade e il suo arrivo, come
quella di qualsiasi autorità, avrà creato una certa rivoluzione in molti
settori, economico, militare, morale, ecc. Infatti avrà reclutato milizie per
difendere la nuova fortezza e consolidare i suoi domini. Continuò a costruire
Chiese, fra cui quella di Gonare, e profondere donazioni religiose. Avrà
declassato le autorità locali e per la stessa costruzione della fortezza avrà
reclutato la mano d’opera secondo l’uso dei tempi col sistema schiavistico.
(1) Antonio
Murineddu, GOCEANO,
(2)
Piccioli,
Luoghi storici d’Italia,
(3)
Lugani,
Meravigliosa Italia - Sardegna.
Dopo aver racimolato tanta gloria come Giudice e
dopo tanto spendere e spandere, ebbe una crisi religiosa e decise di entrare nel
Convento di Chiaravalle dove ruminò i suoi ultimi giorni di vita. Alcuni
affermano che la religione fosse una naturale inclinazione, mentre Carta Raspi
parla di un documento che lo indicherebbe come «eretico e perverso»
Anche la madre Marcusa de Gunale fece le valigie,
e partì per costruire un ospedale a Messina, dove credette di attenuare la sua
galoppante senilità
Illorai, come tutti i paesi del Goceano, rimase
legato per secoli alla storia del Castello di cui è indispensabile seguire le
vicende più salienti.
Illorai forse aveva qualche vantaggio rispetto
agli altri paesi della zona dato che si trovava riparato tra montagne e
colline e quindi poco in vista e fuori dalle principali rotte degli eserciti che
mulivano attorno al Castello anche se era poco distante e dentro il raggio della
sua influenza.
I paesi del Goceano avranno continuato a
sacrificarsi per i loro Giudici che erano continuamente in guerra. Barisone,
figlio e successore di Gonario trovò, pare, la pace all’interno dei suoi
domini, ma dovette ugualmente prendere le armi in difesa del fratello Pietro,
Giudice di Cagliari, che venne assalito dal Giudice Ugone di Arborea. Venne la
volta di Costantino, figlio e successore di Barisone, che dovette lottare
strenuamente contro Guglielmo di Massa Giudice di Cagliari, che riuscì per
primo ad espugnare il Castello e a fare prigioniera Prunisinda, moglie del
primo, e portarla a Cagliari dove morì. Costantino tramite trattative riuscì a
riottenere il Castello, ma non la moglie, già morta per l’umiliazione e le
sofferenze subite.
(1)carta
Raspi, Storia della Sardegna,
pag. 427.
Seguirono nel Giudicato di Torres, Comita,
fratello del precedente; Mariano, l’ultimo vero Giudice di fatto, dato che i
figli Barisone venne assassinato tredicenne nei pressi di Sassari e la famosa
Adelasia venne condizionata dai mariti e consiglieri durante il governo del
Giudicato. Lei sposò in prime nozze Ubaldo Visconti, Giudice di Gallura, che si
dimostrò quasi estraneo agli interessi della zona se non per ragioni fiscali,
poi sposò Enzo, figlio dell’Imperatore Federico Il di Svezia, che ritenendo
l’ambiente troppo angusto, ritorno subito in terraferma abbandonando moglie e
Giudicato e finendo più tardi prigioniero dei Bolognesi.
Adelasia, donna di rarissima bellezza, abitò per
quasi tutta la vita nella Rocca del Goceano dove negli ultimi anni si richiuse
in volontario isolamento, lasciando le redini del potere al losco consigliere
Michele Zanche. Secondo alcuni morì nel 1255 e secondo altri nel 1259. Qualche
fonte c’informa che venne sepolta ai piedi dell’altare maggiore di Santa
Maria de Rennu di Ardara (1)•
Alcuni fanno terminare il Giudicato di Torres con
la morte di Adelasia, altri lo fanno durare sino alla morte di Michele Zanche,
assassinato a Sassari con la complicità del genero Branca Doria, nel 1275. Il
Giudicato e quindi il Goceano passò allo sfruttamento dei Doria. La nostra
contrada si risollevò e riprese a prosperare sotto la saggia amministrazione di
Mariano IV, nominato Signore del Goceano dal padre. Tentò subito di frenarne lo
spopolamento. Concesse terre ai contadini, esenzioni da tributi, salvacondotti e
così via in modo che affluissero uomini validi anche da altre Signorie.
Con diploma del 1339 gli Aragonesi crearono
Mariano IV Conte del Goceano, che in effetti come Signore amministrava già e
possedeva, per meriti militari del padre Ugone. Gli Aragonesi vendevano e
concedevano numerosi feudi, di cui in effetti non potevano disporre, con lo
scopo di creare dissidi interni nei Giudicati sardi. Mariano, che soggiornò con
gli occhi ben aperti alla Corte Aragonese, deluse i disegni politici torbidi
degli Spagnoli. Governò in piena armonia col fratello Pietro, Giudice di
Arborea, e succedutogli nel Giudicato il 1547, nella sua lungimiranza, salvava
appena le apparenze con gli Aragonesi, salvando parte delle milizie degli stessi
Aragonesi, cadute nell’imboscata di «Aidu ‘e Turdu», e portando
mortalmente ferito Guglielmo de Cervellon al Castello dove venne sepolto.
Mariano non tardò a dimostrare il suo vero volto,
rinchiuse nel Castello il fratello Giovanni che ostentò troppa solidarietà
agli Spagnoli, invase la Gallura nel 1553 e da allora ammise l’aperta ostilità
agli Aragonesi.
Promulgò molte leggi in favore del Goceano fra
cui quella importantissima Carta del Goceano che prevedeva una lunga serie di
esenzioni da tasse, franchigie, incoraggiamenti per chi voleva allevare
bestiame, impiantare vigne, coltivare gli orti e salvacondotti che portarono fra
l’altro alla fondazione di Burgos. La Carta del Goceano, pubblicata da Foiso
Fois, fu una lungimirante innovazione di tipo moderno da cui trassero vantaggi
enormi, anche in diverse misure, tutti i paesi della zona.
Ugone prima ed Eleonora poi seguirono la politica
del padre Manano nei confronti del Goceano. Eleonora convocò persino una
riunione di Curatoria nel 1388 per corresponsabilizzare, tutta la Sardegna e
quindi anche il Goceano nella ratifica del trattato di pace preparato da Pietro
d’Aragona e conclusa con Don Giovanni. Bortiocoro era ancora sede di Curatoria,
ma la riunione presieduta da Alasio col Segretario Parason Corda si è tenuta ad
Anela.
(1)Nessuno ha messo in dubbio che Adeiasia sia
morta nel Castello di Gocille dove era prigioniera di Michele Zanche.
Si è detto però che nottetempo sia stata
trasportata ad Ardara per essere tumulata nella basilica di 8. M. del Regno.
Altri
sostengono che sia stata tumulata nella chiesa di 5. Gavino di Esporlatu, tanto
cara ai Signori del Castello; osservazione confermata da reperti validi in
occasione della costruzione della sagrestia in 5.
Gavino di Esporlatu. (Domenichino Ena) O.C.
Il Castello di Burgos a numerosi loro alleati, tra
i quali il rinnegato Valore- Deligia, che non presero mai effettivo possesso nè
della Rocca nè del Goceano.
La «Carta de Logu» del 1395 (la data più
probabile), condizionava i privilegi degli abitanti di Burgos.
Dopo la morte di Eleonora d’Arborea 1404 il
Castello perse la sua importanza e divenne ben presto covo di banditi.
Nel 1420 il Marchese di Oristano, Leonardo Cubello,
assediò nel Castello il bandito Bartolo Mannu, che venne ucciso dai suoi uomini,
che con le comode motivazioni di essere un ribelle agli Aragonesi depredava la
zona per circa un decennio.
Verso il 1476 Leonardo Alagon richiuse nel
Castello la figlia Eleonora che era innamorata del figlio del suo acerrimo
nemico il Vicerè Carroz.
Negli ultimi sussulti d’indipendenza sarda, dopo
la sconfitta di Macomer, del Castello Ardara, di Mores nel 1479 i due figli di
Leonardo Alagon cercarono ultimo rifugio nella Rocca del Goceano (1)
da
dove vennero snidati da Angelo Marongiu (2)• Non
si sa bene con quale spirito le popolazioni della zona, deluse, abbiano
partecipato a questi avvenimenti. Alcuni scrittori parlano di saccheggi di Marongiu
(3)~
Gli spagnoli nel 1497 convocarono per le
popolazioni del Goceano una riunione di Parlamento a cui i Goceanini non
parteciparono per protesta.
Gli Spagnoli nel 1605 inviarono nel Goceano un
contingente di soldati per debellare il banditismo dilagante e nel 1642
freddarono ai piedi del Castello il bandito Manunzio Fiore.
Dal censimento del 1607 si deduce che Bono era
ancora un modesto borgo inferiore ad Illorai di 4 «fuochi» (nuclei
familiari).
Ad Illorai troviamo i nobili Francesco Nurchis
Cedrelles e Francesca Andreana Corona, coniugi, che nel 1624 offrirono al
Provinciale degli Agostiniani di Cagliari la Chiesetta di Nostra Signora
d’Itria e i locali accanto, che avrebbero ampliato a proprie spese, la somma
di L. 55, «due tanche ed un chiuso», l’usufrutto di un gregge di ovini ed un
nutrito branco di bovini affinché i frati Agostiniani vi fondassero un
Convento; avrebbero fornito inoltre tutto l’arredamento. Il Convento divenne
in breve uno dei più importanti, grazie anche al paese fiorente.
Ad Illorai troviamo anche i Conti molto potenti.
Borticoro era ormai in netto declino quando la
Sardegna passo nel 1720 ai Savoia che per clausole internazionali, fatte
inserire dai rappresentanti austriaci nel Patto di Londra, dovevano conservare
le strutture amministrative degli Spagnoli.
Per tali clausole la lingua spagnola resistette in
Sardegna per piu di 40 anni e il feudalesimo sino al 1839 quando Carlo Alberto
lottò per l’abolizione.
Ma il Goceano per certi versi ebbe una condizione
di privilegio rispetto alle altre contrade dell’Isola, nonostante nel 1746
durante una ricognizione nell’Isola non venisse preso in considerazione.
Dopo la visita a Bono del Vicerè Des Hayes venne
riservata al Goceano un’attenzione particolare, prendendo per i problemi più
importanti provvedimenti legislativi nel 1782 e nel 1806 che riguardavano le
proprietà terriere e l’agricoltura e che precorrevano le leggi delle
Chiudende.
I
Savoia, nonostante tutto, promossero dei benefici agro pastorali e tentarono di
frenarne gli abusi per cui all’Archivio di Stato di Cagliari si trova un lungo
elenco di incriminati della zona.
A
Bono venne istituita la Prefettura e fu aperta qualche scuola di Istruzione
superiore.
Il titolo di Conte del Goceano, dato a Mariano IV
d’Arborea nel 1339, ambitissimo da Giudici e Re, perdura ancora nelle mani di
Vittorio Emanuele IV di Savoia.
Il nome Goceano spaventava, affascinava, creava un
clima rivenziale per tanti secoli.
Dal Goceano partirono in varie epoche le fiamme di
ribellione contro gli oppressori.
Per tutto ciò il Goceano non venne infeudato a
nessun nobile e rimase sotto l’amministrazione diretta dei vari Governi.
In pratica il Goceano non conobbe il feudalesimo
se si esclude la saggia Signoria e il periodo di saggia Contea di Mariano IV
d’Arborea.
(1) Teresa Piccioli e più - Opera cit. pag. 7136
(2) Le versioni più credibili indicano i figli di
Leonardo Alagon inseguiti dal Pujades e da Angelo Marongiu ad Ardara, a Mores e
al castello del Goceano, prima della battaglia di Macomer (1478). condivisero la
sorte del padre nella prigione di lati-va (Spagna).
(3)
Domcnichino Ena