La coltivazione dei campi. Il dissodamento e la semina
L’incendio della macchia è un sistema per preparare il terreno alla semina.
Preparato in tal modo e cadute le piogge autunnali si procede alla semina “semenontzu”.
Si semina rado fra gli sterpi ancora rimasti, affinché il grano non cresca il primo anno fitto e non dia troppa paglia.
Dopo la semina ha luogo un’altra zappatura, al fine di ricoprire di terra i semi.
Ora si ha un campo che può essere lavorato con l’aratro. La semina deve cominciare il primo lunedì del mese con la nuova luna; il contadino canta allora:
LÙNA NOÀ/ LÙNA BETZA
SANU MI AGATTAS E SANU MI LESSAS
KUN DINARI IN BUSACCA
Luna nuova, luna vecchia/
sano mi trovi e sano lasciami/
con soldi in tasca/
e con grano nel granaio.
Poi egli prende una moneta, ci fa sopra il segno di croce, se la infila in tasca, quindi la tira fuori e guarda se nella faccia inferiore si trova il retto “rughe” o il verso “krastu”; nel primo caso c’è la prospettiva di una buona raccolta. Si mescola il sale con la prima manciata di chicchi e si sparge. Secondo la credenza popolare, il grano mette i chicchi la notte di San Giovanni. Per avere un buon raccolto il Giovedì Santo si porta sul campo un ramo di palma “sa pramma beneitta” e in chiesa un piatto con grano fatto germinare artificialmente al buio e perciò di un colore giallo pallido ”SU NENNERE” che si pone presso la tomba di Cristo.