La coltivazione dei campi.    Il dissodamento e la semina

 

Da agosto sino alla fine di settembre, si comincia a tagliare i cespugli della macchia, il più vicino possibile al suolo; la legna viene accatastata sul campo e bruciata prima che sopraggiunga il periodo delle piogge autunnali.

L’incendio della macchia è un sistema per preparare il terreno alla semina. 

Preparato in tal modo e cadute le piogge autunnali si procede alla semina semenontzu”.

Si semina rado fra gli sterpi ancora rimasti, affinché il grano non cresca il primo anno fitto e non dia troppa paglia.

Dopo la semina ha luogo un’altra zappatura, al fine di ricoprire di terra i semi.

Ora si ha un campo che può essere lavorato con l’aratro. La semina deve cominciare il primo lunedì del mese con la nuova luna; il contadino canta allora:

LÙNA NOÀ/ LÙNA BETZA

SANU MI AGATTAS E SANU MI LESSAS

KUN DINARI IN BUSACCA

E CUN TRIGU IN LUSA

Luna nuova, luna vecchia/

sano mi trovi e sano lasciami/

con soldi in tasca/

e con grano nel granaio.

Poi egli prende una moneta, ci fa sopra il segno di croce, se la infila in tasca, quindi la tira fuori e guarda se nella faccia inferiore si trova il retto “rughe” o il verso “krastu; nel primo caso c’è la prospettiva di una buona raccolta. Si mescola il sale con la  prima manciata di chicchi e si sparge. Secondo la credenza popolare, il grano mette i chicchi la notte di San Giovanni. Per avere un buon raccolto il Giovedì Santo si porta sul campo un ramo di palma “sa pramma beneitta” e in chiesa un piatto con grano fatto germinare artificialmente al buio e perciò di un colore giallo pallido SU NENNERE che si pone presso la tomba di Cristo.