1° percorso                                          (vedi la cartina)                    home page 

Iscuvudè - Nuraghe Mannuri - Punta S'Aspidarzu - S'Ena               (Clicca sui disegni per vedere la foto)
Si parte dall'area di sosta di Iscuvudè (M15), attrezzata per il pranzo all'aria aperta con fontane (N16), barbecue e banconi e nella quale è possibile campeggiare previa autorizzazione (R5).
Nell'area boschiva di Iscuvudè è presente il noto innesto naturale tra leccio e roverella (E25).
Tra Iscuvudè e l'adiacente parco Mannuri (E26) sono presenti impianti sportivi per il calcio, il tennis e il tiro al piattello. Quest'ultimo, in località Mandras, è raggiungibile seguendo la segnaletica subito dopo l'area di Iscuvudè .
Spostandoci dall'area di sosta all'altro lato della strada, subito dopo il campo sportivo si oltrepassa un cancello verde e si prosegue su strada asfaltata per circa 200 metri fino al bivio che segnala a destra il nuraghe Mannuri (A31) e a sinistra la località S'Ena.
Proseguendo a destra per 300 metri su strada sterrata, si scorge il nuraghe, interessante anche come punto panoramico.
Proseguendo a sinistra per 300 metri sulla strada asfaltata troviamo un bivio con l'indicazione a destra per S'Ena e a sinistra per pineta S'Aspidarzu (E27).
Proseguendo a sinistra su strada asfaltata inizia un percorso circolare, di circa km 2,5, attraverso una fitta area boschiva che fiancheggia i monti di S'Aspidarzu e Cherbeddis.
Proseguendo a destra per 800 metri su una sterrata segnaliamo la fontana S. Andria (N17) e in corrispondenza di una biforcazione possiamo:
- proseguire dritti per raggiungere direttamente la località S'Ena;
- svoltare a destra tra boschi di leccio e roverella lungo una sterrata in cui si trovano alcune sorgenti, per giungere ugualmente alla località S'Ena, notevole punto naturalistico (E32).
Arrivati in corrispondenza della fontana S'Ena (N18) si prosegue, fiancheggiando sulla destra il Monte Unturzu, sino a scorgere sulla destra il liscione roccioso "Rocca 'e Coronas" di notevole bellezza. Proseguendo sul sentiero noto come Bubulucò si arriva al rione Sa Turre di Illorai.

IL PERCORSO NEI SUOI PARTICOLARI

Dopo la visita alle località di Jscuvudè e Mannuri, attrezzate come aree di sosta, proseguiamo verso il nuraghe Mannuri, sempre all'interno del Demanio Comunale, facilmente raggiungibile perché ben segnalato da cartelli. Interessante anche come punto panoramico, il nuraghe è stato edificato alla quota 896 su uno spuntone roccioso che sfrutta come appoggio e dal quale si affaccia l'ingresso. Attualmente per evitare l'arrampicata pericolosa verso l'apertura architravata, si consiglia l'ingresso dall'alto della scala, della quale è perfettamente leggibile la struttura e dove manca la parte terminale. Qui si univano il paramento esterno con quello interno, che convergevano a chiuderla superiormente secondo un profilo ogivale.
La scala elicoidale si sviluppava all'interno dello spessore murario che così inglobava il vano e allo stesso tempo lo proteggeva e lo nascondeva.
Sempre dall'alto, nel terrazzo, si può meglio cogliere lo sviluppo planimetrico della struttura in scisto, con la camera centrale circolarecon la tholos ormai crollata. Particolarmente interessanti risultano essere le due nicchie che si aprono all'interno della camera con una pianta ad L.
Proseguendo sulla strada che attraversa una fitta area boschiva, inizia un percorso circolare durante il quale fiancheggeremo Punta S'Aspidarzu (quota 978), ben segnalata come sentiero natura dal Comune di Illorai, e Punta Cherbeddis (quota 968).
Seguendo le segnalazioni ci addentriamo in località S'Ena. Su strada bianca attraversiamo il bosco di leccio e roverella, incontrando lungo il cammino alcune fonti sino a giungere alla fontana di S'Ena. Fiancheggiamo il Monte Unturzu sino a scorgere l'affioramento roccioso di Rocca e Coronas ben noto agli abitanti di Illorai per la sua particolare forma e bellezza.
Proseguendo sul sentiero Bubulucò si raggiunge il rione Sa Turre ad Illorai dove si concluderà l'itinerario.