LA STATUA DEL SANTO E GLI OBRIERI

Sino a circa trent'anni fa la statua di Sant'Antonio veniva gelosamente custodita nell'antica chiesa parrocchiale di Illorai, Essa era molto antica e, purtroppo, usurata dal tempo. Perciò gli obrieri di Sant'Antonio sì. quotarono e decisero di acquistare una nuova effigie del Santo da donare alla chiesa.

Però, quando si trattò di liberaci dell'antica immagine, gli obrieri  iniziarono ad avere dei problemi. Nessuno di loro, infatti, aveva cuore di lasciarla marcire in qualche angolo nascosto della sagrestia. Perciò uno di essi, dopo aver consultato gli altri, propose al sacerdote di donarla a  sa “tribide” che l'avrebbe custodita con cura.

Il sacerdote, dopo aver chiesto il permesso al Vescovo, diede il suo consenso. Gli obrieri decisero quindi di restaurare Ieffigie e da allora in poi, anno - dopo anno, essa vie­ne trasportata dagli obrieri dalla casa di un priore a quel­la dell'altro.

II priore la tiene in casa propria per un anno poi, il I gennaio, la statua viene trasportata nella sua nuova re­sidenza,

Così l'antica immagine del Santo è diventata itinerante nel rispetto dalla storia dell'Abate pellegrino.

- SA TRIBIDE = con questo termine si indicane i gruppi di persone gli obrieri, che ,si alternano di anno in anno nella preparazione delle feste dì San Sebastiano, San Paolo, Sant’Antonio è quella-" della Madonna di Luche del 5 di

agosto. Gli obrieri, per tradizione,sono cinque e si occupano di quest'incombenza, ricevuta, in eredità dai propri avi, o per un voto e per una grazia concessa.

Etimologicamente- la parola "trìbide" sembra faccia riferimento al treppiedi, arnese da cucina su cui, quando anco­ra si cucinava sul fuoco del focolare, venivano poggiate le pentole per cuocere le vivande. II treppiedi, a dispetto del nome: che porta, ha un numero variabile di piedi, a volte anche cinque e, probabilmente, gli obrieri delle feste venivano così chiamati perché il loro numero veniva assimilato a quello dei piedi  di questo strumento.

(Maria Francesca Lai)